Anche il nostro cervello ha bisogno di coccole!

Anche il nostro cervello ha bisogno di coccole!

Chissà perché abbiamo tutti una convinzione radicata: che il cervello sia un organo a sé stante, che debba necessariamente funzionare e che perciò non abbia bisogno delle coccole che invece rivolgiamo al cuore, al fegato, agli occhi, alla pelle.

Dovremmo decidere di cambiare atteggiamento!

Ognuno di noi, infatti, può fare tantissimo per preservare i 100 miliardi di neuroni accolti nella scatola cranica e tutelarli dall’ombra del decadimento cognitivo. In altre parole, i colpi della demenza, e persino il subdolo insinuarsi dell’Alzheimer possono essere allontanati e prevenuti non ingoiando medicine ma sposando un programma salva-cervello ben codificato. A prendersi la briga di mettere a punto questo protocollo anti- Alzheimer è stato il dottor Dale E. Bredesen, del Buck Institute for Research on Aging in California, uno tra i massimi esperti mondiali nel settore delle malattie neurodegenerative.

Il dottor Bredesen è convinto che la malattia di Alzheimer sia il frutto di un’abnorme reazione del cervello agli stili di vita incongrui e alle mille insidie che ci assillano, dalle infezioni alla scorretta alimentazione, dalla carenza di specifici nutrienti e fattori ormonali ai veleni ambientali (biotossine e metalli come il cadmio, l’arsenico, il piombo e il mercurio). Bredesen ha battezzato il suo innovativo protocollo ReCode (Reversal of Cognitive Decline, ovvero “inversione del deterioramento cognitivo”) e lo ha descritto ne La fine dell’Alzheimer (Vallardi Editore,) ora in libreria.

Le mosse vincenti sono molteplici! La dieta, innanzitutto: deve prevedere un po’ di digiuno (di almeno 12 ore: se si termina di cenare alle 20, al mattino successivo basta fare colazione alle 8) e poi verdure a volontà, crude e cotte e di tutti i colori. Carne bianca – rossa e pesce non sono mai portate principali. L’attività fisica? Aerobica e da sforzo, 30-60 minuti da cinque a sei volte alla settimana. Per ristorare il tessuto cerebrale è poi cruciale riposarsi come si deve. Il sonno aiuta ad organizzare e a conservare i dati che via via immagazziniamo e Bredesen consiglia di dormire otto ore per notte. E contro i morsi dello stress ben vengano meditazione, yoga, musica e respirazione diaframmatica. Nutrizione e protezione delle funzioni cognitive andrebbero comunque ottimizzate con l’aggiunta di un robusto ventaglio di sostanze ed erbe: dalle vitamine (B,C,D ed E) al resveratrolo (l’antiossidante presenta nella buccia dell’acino di uva), dagli acidi grassi omega-3 fino alla curcuma (un grammo due volte al giorno). Tutti insieme appassionatamente contro un perfido duo: le infiammazioni e le impennate della glicemia, capaci nel tempo di logorare i tessuti cerebrali e le prestazioni cognitive. E poi stimoli all’ennesima potenza: leggere, dipingere, suonare uno strumento, dedicarsi allo studio di una lingua straniera, risolvere cruciverba, apprendere le tecniche della fotografia, imparare a usare il computer, visitare i musei della città. Insomma, allargare costantemente il campo degli interessi, estendere ogni giorno la curiosità al mondo che ci circonda, attiva le sinapsi, incrementa cioè i collegamenti tra neurone e neurone. Immaginate le sinapsi come le testine del registratore che sul nastro della nostra vita incidono avvenimenti ed emozioni. Prima si comincia con questo allenamento cerebrale, maggiori sono le chances di arginare la malattia, perché il processo patologico che porta all’Alzheimer dura decine di anni. E’ come se costruissimo un tesoretto da sfoderare in tempi di carestia o una scogliera per contrastare l’erosione di una spiaggia. Un cervello più ricco di connessioni nervose sa opporre, di suo, maggiori risorse biologiche qualora la malattia di Alzheimer sopraggiunga. Come dire: anche la cultura sa essere un farmaco! La ricerca di base, in parallelo, avanza alacremente per incentivare la diagnosi precoce e cogliere nuove strade terapeutiche, perché l’Alzheimer spegne i ricordi ma la ricerca accende la speranza!

ALCUNE MENTI ILLUMINATE SPROFONDATE NEL BUIO:

Ronald Reagan (1911 – 2004), presidente USA dal 1981 al 1989
Agatha Christie (1890 – 1976), celebre scrittrice di libri gialli
Peter Falck (1927 – 2011), attore
Rita Hayworth (1918 – 1987), bellissima attrice del cinema
Margaret Thatcher (1925 – 2013), primo ministro inglese dal 1979 al 1990
LA STORIA DI UNO DI NOI:

Il signor Natale ha fatto il pastore tutta la vita. Ora, malato di Alzheimer, è ricoverato nella struttura Apsp G. Cis di Ledro (Trento). Il parroco del paese gli ha voluto regalare le pecore in polistirolo e vera lana grezza usate per il presepe natalizio. E così Natale ha di nuovo il suo gregge. Anche se finto, gli ha donato tranquillità e serenità.

Dott.ssa Federica Cincio
Psicologa, esperta di Neuropsicologia

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